sabato 7 febbraio 2015

LA RIFORMA DEL ISEE 2015

Salve cari lettori 
per tenervi informati su cosa accade sui tavoli evo a voi la nuova riforma del ISSE

che titola 
"MAGGIORE EQUITA ED EFFICACIA NELLA VALUTAZIONE DELLA SITUAZIONE ECONOMICA DELLE FAMIGLIE"

SPERIAMO SIA VERO

NEL COLLEGAMENTO TROVATE IL  Documento ufficiale RILASCIATO CON LE INFORMAZIONI SUL NUOVO ISEE 

BUONA GIORNATA

venerdì 23 gennaio 2015

Una collina senza bariere

E Castenedolo...com'è messo, secondo voi?


VOGLIAMO UN'ITALIA SENZA BARRIERE ARCHITETTONICHE
Il Fatto Quotidiano, 29 dicembre 2014
Domenico Finiguerra

Viene definita barriera architettonica qualunque elemento fisico o senso-percettivo che impedisca, limiti o renda difficoltosi gli spostamenti o la fruizione di servizi, soprattutto per le persone con limitata capacità motoria o sensoriale.
Una scala, un sopralzo, un attraversamento, un marciapiede, una porta. Sono moltissimi gli ostacoli che possono rendere impossibile o estremamente difficoltosi l’accesso ad edifici e la mobilità di disabili, anziani, bambini, genitori e nonni con il passeggino, donne in dolce attesa.
Esiste vasta legislazione in materia, esistono già norme e strumenti di pianificazione per abbattere tutte le barriere esistenti e in quasi tutte le Regioni è obbligatoria la destinazione di una quota degli oneri di urbanizzazione che i comuni incassano per rimuovere le stesse barriere (e con tutto il cemento vomitato negli ultimi trent’anni e i miliardi di oneri incassati dovremmo essere al livello dei paese scandinavi).
Però, purtroppo, le priorità in Italia sono sempre altre e la minoranza di persone che patisce la propria condizione di svantaggio, permanente o temporaneo, si vede sempre sorpassata nel riconoscimento del proprio diritto da esigenze definite superiori (da altri).
E pensare che se l’intero paese affrontasse questo problema “di petto”, stanziando le risorse necessarie e sbloccando molti dei limiti (come il patto di stabilità) che impediscono ai comuni di realizzare piccole opere sul territorio, ne trarrebbe beneficio l’intero comparto dell’edilizia oggi in crisi. Ma occorre una cosciente volontà politica. Quella che porta a scegliere di realizzare l’adeguamento dell’ingresso di una scuola al posto dell’ennesima rotonda con monumento arboreo o scultoreo vicino al centro commerciale. Una volontà che nascerebbe solo se i decisori pubblici si mettessero letteralmente nei panni di una persona costretta su una carrozzina, di un cieco o di un anziano, e si facessero un conseguente esame di coscienza.
Ai sindaci basterebbe poco. Girare la propria città nelle condizioni di chi ha difficoltà deambulatorie, di chi è non vedente, sordo, oppure semplicemente mamma di due gemelli.
L’impatto con la dura realtà sarebbe immediato e molto più comprensibile di mille relazioni tecniche.
Percorrendo in sedia a rotelle lo stesso tragitto casa-municipio che si compie tutte le mattine fischiettando, ci si renderebbe conto di come sia difficile superare un gradino, scendere da un marciapiede, affrontare la difficoltà una breve salita o la pericolosità di una rampa in discesa con pendenza superiore all’8%.
Andando in posta con gli occhi bendati o con gli occhiali che simulano l’ipovisione si capirebbe quanto siano importanti i segnali acustici, la presenza di corrimano e l’assenza di piccoli dislivelli sulla strada. Una volta affrontato questo “safari” a caccia delle barriere architettoniche della città sarà poi sufficiente rileggere l’art. 3 della Costituzione per ridefinire il “giusto” Piano delle Opere Pubbliche: “(…) E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” Sembra scritto apposta per abbatterle tutte e subito queste barriere.
Quindi cosa stiamo aspettando? Serve forse un diktat della Trojka?

Foto: VOGLIAMO UN'ITALIA SENZA BARRIERE ARCHITETTONICHE
Il Fatto Quotidiano, 29 dicembre 2014
Domenico Finiguerra

Viene definita barriera architettonica qualunque elemento fisico o senso-percettivo che impedisca, limiti o renda difficoltosi gli spostamenti o la fruizione di servizi, soprattutto per le persone con limitata capacità motoria o sensoriale.
Una scala, un sopralzo, un attraversamento, un marciapiede, una porta. Sono moltissimi gli ostacoli che possono rendere impossibile o estremamente difficoltosi l’accesso ad edifici e la mobilità di disabili, anziani, bambini, genitori e nonni con il passeggino, donne in dolce attesa.
Esiste vasta legislazione in materia, esistono già norme e strumenti di pianificazione per abbattere tutte le barriere esistenti e in quasi tutte le Regioni è obbligatoria la destinazione di una quota degli oneri di urbanizzazione che i comuni incassano per rimuovere le stesse barriere (e con tutto il cemento vomitato negli ultimi trent’anni e i miliardi di oneri incassati dovremmo essere al livello dei paese scandinavi).
Però, purtroppo, le priorità in Italia sono sempre altre e la minoranza di persone che patisce la propria condizione di svantaggio, permanente o temporaneo, si vede sempre sorpassata nel riconoscimento del proprio diritto da esigenze definite superiori (da altri).
E pensare che se l’intero paese affrontasse questo problema “di petto”, stanziando le risorse necessarie e sbloccando molti dei limiti (come il patto di stabilità) che impediscono ai comuni di realizzare piccole opere sul territorio, ne trarrebbe beneficio l’intero comparto dell’edilizia oggi in crisi. Ma occorre una cosciente volontà politica. Quella che porta a scegliere di realizzare l’adeguamento dell’ingresso di una scuola al posto dell’ennesima rotonda con monumento arboreo o scultoreo vicino al centro commerciale. Una volontà che nascerebbe solo se i decisori pubblici si mettessero letteralmente nei panni di una persona costretta su una carrozzina, di un cieco o di un anziano, e si facessero un conseguente esame di coscienza.
Ai sindaci basterebbe poco. Girare la propria città nelle condizioni di chi ha difficoltà deambulatorie, di chi è non vedente, sordo, oppure semplicemente mamma di due gemelli.
L’impatto con la dura realtà sarebbe immediato e molto più comprensibile di mille relazioni tecniche.
Percorrendo in sedia a rotelle lo stesso tragitto casa-municipio che si compie tutte le mattine fischiettando, ci si renderebbe conto di come sia difficile superare un gradino, scendere da un marciapiede, affrontare la difficoltà una breve salita o la pericolosità di una rampa in discesa con pendenza superiore all’8%.
Andando in posta con gli occhi bendati o con gli occhiali che simulano l’ipovisione si capirebbe quanto siano importanti i segnali acustici, la presenza di corrimano e l’assenza di piccoli dislivelli sulla strada. Una volta affrontato questo “safari” a caccia delle barriere architettoniche della città sarà poi sufficiente rileggere l’art. 3 della Costituzione per ridefinire il “giusto” Piano delle Opere Pubbliche: “(…) E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” Sembra scritto apposta per abbatterle tutte e subito queste barriere. 
Quindi cosa stiamo aspettando? Serve forse un diktat della Trojka?

il degrado

Brescia (e provincia) come la Terra dei Fuochi. Vogliamo continuare a nascondere la testa sotto la sabbia?
Dedico questo reportage in prima sul corriere mezzogiorno e che riprende i miei lavori per il corriere.it, ai comitati del sud e del nord, a Stop Biocidio, alle mamme, ai parroci di frontiera. Senza le loro battaglie si saprebbe ben poco sulla della terra dei fuochi. Ora scopriamo quella del nord e i prima fila ci sono ancora una volta i comitati, le mamme, gli attivisti. Chi oggi dice che fanno demagogia o che costruiscono carriere, si sciacquino la bocca soprattutto se a parlare è gente che nel giornalismo (diciamo giornalismo eh..) ha saputo fare solo opere di servitù. Nei prossimi giorni tornerò sull'argomento. Cittadini reattivi gruppo, STOP BIOCIDIO BRESCIA, Le mamme di Castenedolo, Mamme Vulcaniche, Radio Onda d'Urto, Bendinelli Marco, Il paese dei veleni, Radio Siani la Radio della Legalità, Maurizio Patriciello, Marco Ricci http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/15_gennaio_03/altra-terra-fuochi-lombardia-rifiuti-anche-australia-est-europa-45b1e1ee-9387-11e4-9b9f-9fb728cc1918.shtml
Foto: Dedico questo reportage in prima sul corriere mezzogiorno e che riprende i miei lavori per il corriere.it, ai comitati del sud e del nord, a Stop Biocidio, alle mamme, ai parroci di frontiera. Senza le loro battaglie si saprebbe ben poco sulla della terra dei fuochi. Ora scopriamo quella del nord e i prima fila ci sono ancora una volta i comitati, le mamme, gli attivisti. Chi oggi dice che fanno demagogia o che costruiscono carriere, si sciacquino la bocca soprattutto se a parlare è gente che nel giornalismo (diciamo giornalismo eh..) ha saputo fare solo opere di servitù. Nei prossimi giorni tornerò sull'argomento. Cittadini reattivi gruppo, STOP BIOCIDIO BRESCIA, Le mamme di Castenedolo, Mamme Vulcaniche, Radio Onda d'Urto, Bendinelli Marco, Il paese dei veleni, Radio Siani la Radio della Legalità, Maurizio Patriciello, Marco Ricci  http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/15_gennaio_03/altra-terra-fuochi-lombardia-rifiuti-anche-australia-est-europa-45b1e1ee-9387-11e4-9b9f-9fb728cc1918.shtml

Una delle tante storie da raccontare

La "nostra" Cassinetta di Lugagnano (MI), storia di un comune molto virtuoso!

http://www.comunivirtuosi.org/index.php?option=com_k2&view=item&id=3543%3Ala-nostra-cassinetta&Itemid=660

#salviamoilpaesaggio #consumodisuolo
Foto: La "nostra" Cassinetta di Lugagnano (MI), storia di un comune molto virtuoso!

http://www.comunivirtuosi.org/index.php?option=com_k2&view=item&id=3543:la-nostra-cassinetta&Itemid=660

#salviamoilpaesaggio #consumodisuolo

mi illumino di meno


il 13 febbraio luci spente contro sprechi e caos climatico per
"M'illumino di meno", la campagna ecologista di Radio2. Quest'anno sarà centrata sulle scuole per sensibilizzare i ragazzi

http://www.repubblica.it/ambiente/2015/01/16/news/il... Altro...

Foto: Il 13 febbraio luci spente contro sprechi e caos climatico per 
"M'illumino di meno", la campagna ecologista di Radio2. Quest'anno sarà centrata sulle scuole per sensibilizzare i ragazzi

http://www.repubblica.it/ambiente/2015/01/16/news/il_16_febbraio_luci_spente_contro_sprechi_e_caos_climatico-105068779/

di ANTONIO CIANCIULLO - Giochi di luce al Colosseo durante una passata edizione della campagna "M'illumino di meno" ROMA - Parte oggi il conto alla rovescia per il "silenzio energetico" che scatterà il 13 febbraio. Monumenti, case, uffici, negozi spegneranno le luci per simboleggiare la resistenza contro lo spreco e l'uso dei combustibili fossili che ci stanno privando della sicurezza climatica, una delle poche garantite per millenni.  È "M'illumino di meno", la campagna inventata daCaterpillar, il programma di Rai Radio2 condotto da Massimo Cirri e Sara Zambotti.

"Quest'anno siamo diventati maggiorenni, la trasmissione fa 18 anni. Noi ci siamo divertiti a farla e, a giudicare dalle adesioni, a qualcuno è piaciuta", commenta Cirri ricordando che, anno dopo anno, il consenso attorno a questo promemoria, ripetuto mentre in tanti si distraggono, è andato crescendo. Nelle precedenti edizioni hanno spento le luci il Colosseo, la Tour Eiffel, Trafalgar Square e la sede del Parlamento europeo a Strasburgo.

Quest'anno si era deciso di puntare la campagna soprattutto sulle scuole e proprio ieri è arrivata una conferma che sottolinea l'attualità di questa scelta: i ministeri dell'Ambiente e della Pubblica istruzione hanno deciso che dal prossimo anno l'educazione ambientale sarà obbligatoria in tutte le scuole, dalle materne alle superiori. L'anteprima comincerà nei prossimi giorni negli istituti che, rispondendo alla circolare di sensibilizzazione inviata dal ministero in tutte le scuole, hanno aderito a "M'illumino di meno". In Emilia Romagna sui banchi si aprirà Consumabile, il gioco dell'oca con domande sulla sostenibilità a 360 gradi. All'istituto tecnico Zanon, a Udine, nell'atrio della scuola ci saranno due biciclette  su cui gli allievi delle varie classi pedaleranno producendo energia per far funzionare alcuni led, distribuiti sui raggi delle ruote, che illuminandosi creeranno varie immagini; e, sempre pedalando, i ragazzi alimenteranno un tablet per leggere articoli sulla sostenibilità.

Del resto non utilizzare il potenziale di efficienza del nostro sistema produttivo sarebbe un doppio spreco: ambientale e occupazionale. Secondo Maria van der Hoeven, direttore dell'Iea (International Energy Agency), il valore complessivo del mercato globale dell'efficienza energetica è di almeno 310 miliardi di dollari all'anno. Dai dati di Confindustria risulta inoltre che nell'arco di sei anni adottando misure di efficienza energetica si potrebbe avere mezzo milione di occupati in più.